Conoscere la Disbiosi Intestinale: cause, sintomi e rimedi
L'importanza di prendersi cura dell'intestino per godere di una vita salutare e duratura è indiscutibile. Uno dei temi cruciali che sottende tutti gli altri argomenti in ambito medico è la disbiosi intestinale, un concetto sempre più rilevante nella medicina moderna. Esaminiamo i motivi alla base di questa crescente importanza.
La disbiosi intestinale è una condizione in cui si verifica uno squilibrio nell'ecosistema microbico dell'intestino. Per comprendere appieno il significato di disbiosi, è fondamentale capire che la chiave per una vita sana e longeva risiede nei microorganismi presenti nel nostro intestino. All'interno di quest'organo risiedono comunità estese di microbi, principalmente batteri, funghi e virus. Questo complesso insieme è comunemente noto come microbiota intestinale, termine che ha sostituito erroneamente la vecchia definizione di "flora batterica", poiché questi organismi non sono né piante né organismi immobili.
In uno stato di buona salute, le comunità microbiche nell'intestino sono in equilibrio. Questo equilibrio si caratterizza dalla presenza di una comunità di batteri benefici in contrasto con quella dei batteri nocivi, noti come patobionti.
Quali sono le cause della Disbiosi intestinali?
Diversi fattori contribuiscono alla disbiosi intestinale. Tra essi:
⚠️ Una dieta sbilanciata, ricca di cereali e carboidrati raffinati, nonché un consumo eccessivo di lattosio e caseina presenti nei latticini, favoriscono la crescita dei patobionti a discapito dei microbi amici. Inoltre, si è notevolmente ridotta l'assunzione di cibi salutari come le verdure, che promuovono la crescita e il benessere dei nostri microbi.
⚠️ Lo stress della vita quotidiana. Purtroppo la vita moderna ci obbliga a uno stile di vita che inevitabilmente riduce la qualità della stessa,
⚠️ L'uso ricorrente di determinati farmaci, tra cui gli anti-infiammatori non steroidei (FANS), gli antibiotici, gli inibitori della secrezione acida (utilizzati come gastroprotettori) e le benzodiazepine (comunemente prescritte come ansiolitici, ma spesso abusate).
Uno stile di vita sedentario o la mancanza di attività fisica, la cosiddetta "sindrome da divano".
Ma cosa accade quando si verifica la disbiosi e perché la riduzione dei batteri benefici a favore di quelli nocivi rappresenta un problema per l'intestino? Quando la disbiosi è avanzata, i patobionti (batteri non amici) occupano spazio all'interno dell'intestino, riducendo la disponibilità per i microbi amici. Questo stato viene definito "resistenza alla colonizzazione". Di conseguenza, i processi digestivi e di assorbimento rallentano, riducendo l'efficienza nell'estrarre energia dagli alimenti e nella sintesi di vitamine, in particolare le vitamine del gruppo B e i folati, che svolgono un ruolo cruciale nella modulazione del sistema immunitario. In parole più semplici, potremmo dire che i batteri amici, diminuiti nel numero, e che non riescono a crescere e tornare a quanti dovrebbero essere, portano a una minore efficienza ai processi di assorbimento biorganici, non riuscendo a svolgere in modo sufficiente le funzioni dell'intestino. Di conseguenza il nostro organismo non riesce a mantenere il corretto stato di salute.
Inoltre, la ridotta presenza di batteri benefici comporta anche una produzione estremamente limitata di acido butirrico, un potente antinfiammatorio naturale prodotto dal microbiota, che svolge un ruolo essenziale nell'alimentare le cellule intestinali e a contrastare in maniera naturale una serie di infiammazioni a cui il nostro corpo è soggetto.
Come riconoscere i sintomi e le conseguenze di una disbiosi intestinale?
I sintomi possono variare, ma spesso si manifestano con problemi intestinali come gonfiore addominale, diarrea, stitichezza, dolori addominali, crampi, difficoltà digestive e alitosi. Inoltre, possono insorgere difficoltà di concentrazione ("brain fog") e mal di testa. I patobionti (batteri non amici), se proliferano eccessivamente, possono diffondersi dall'intestino ad altri organi, ad esempio l'E.coli può causare cistite, un'infiammazione che si propaga dalla vescica all'intestino. Allo stesso modo, la Candida albicans può migrare dall'intestino alla vagina, causando candidosi vaginale. In alcuni casi, possono manifestarsi dolori articolari o problemi cutanei.
Quando la disbiosi intestinale è associata a un'iperpermeabilità intestinale (nota anche come "sindrome dell'intestino permeabile"), possono verificarsi conseguenze ancora più gravi, come malattie infiammatorie croniche, patologie autoimmuni, allergie o intolleranze alimentari.
Contrastare la disbiosi con l’alimentazione. Basta?
La prima cosa che vi consigliamo di fare è consultare uno specialista che possa valutare la situazione e prescrivere una terapia mirata. Fatta questa dovuta precisazione, ci sono però altre pratiche che possiamo adottare.
In primo luogo, è fondamentale adottare un'alimentazione sana ed equilibrata privilegiando il consumo di cibo di miglior qualità, riducendo quindi l'assunzione di cereali raffinati, grassi trans-idrogenati, alimenti confezionati e cibo spazzatura, e aumentando gradualmente il consumo di grassi salutari come l'olio extravergine di oliva e il burro ghee, nonché di verdure privilegiando la filiera corta e la stagionalità, che sono fondamentali per favorire la crescita dei batteri benefici. Tuttavia, è importante fare attenzione, poiché in uno stato di disbiosi, eccessive quantità di verdure possono causare problemi. Per alimentarsi in maniera migliore, consigliamo di consultare un nutrizionista per determinare la quantità adeguata di questo cibo.
Purtroppo, l'alimentazione da sola non è sufficiente, poiché i cibi odierni spesso sono carenti di nutrienti essenziali. Pertanto, oltre a un'alimentazione sana, è importante integrare correttamente il proprio regime alimentare. È necessario agire su due fronti contemporaneamente: colmare le carenze di micronutrienti tramite l'assunzione di integratori di vitamine del gruppo B e magnesio e contrastare la disbiosi mediante l'utilizzo di antibatterici naturali. A proposito, antibatterici del genere come l'allicina e la berberina svolgono una funzione antibatterica naturale (supportata da evidenze scientifiche). Entrambi questi composti presentano attività antimicrobica senza attaccare i batteri amici presenti nel corpo umano. Ciò li rende particolarmente interessanti come alternative naturali agli antibiotici di sintesi, che possono avere effetti collaterali negativi sul microbiota intestinale.
In conclusione, per curare la disbiosi intestinale è necessario adottare un duplice approccio: seguire un'alimentazione sana ed equilibrata e integrare correttamente il proprio regime alimentare. Consultare uno specialista e seguire le indicazioni specifiche possono contribuire a ripristinare l'equilibrio del microbiota intestinale e migliorare la salute complessiva dell'organismo. Prendersi cura del proprio intestino è fondamentale per godere di una vita sana e prolungare la propria longevità.